Objeto flotante

sábado, 14 de mayo de 2016

Andalusia: Qual è l’origene delle Processioni della Settimana Santa andalusa?


Andalusia: Senza penitenza, le processioni della Settimana Santa perdono il suo senso, sono i cittadini quelli che crearono la Settimana Santa per conseguire il perdono dei suoi peccati. La Settimana Santa è nata in strada perché la chiesa considerava che la persona che peccava doveva essere espulsa dalla Comunità Cattolica fino a quando non spurgare i suoi peccati con la penitenza pubblica. La Comunità Cattolica non permeteva ai peccatori entrare nella chiesa.
Cinquecento anni fa vietare l’entrata nella chiesa era la punizione peggiore che una persona poteva ricevere. Per recuperare il suo posto alla Comunità Cattolica, questi peccatori che erano allontanati dalla chiesa formavano delle processioni di penitenza dove si flagellavano per imitare la sofferenza della Passione di Cristo.
I penitenti potevano raggiungere l'indulgenza e il perdono della Comunità Cattolica attraverso di questa esibizione pubblica di pentimento dei loro peccati.
Questa sfilata pubblica dei peccatori facendo penitenza insieme all’adorazione delle Immagini promossa dalla chiesa per contrastare l’auge del protestantesimo sono stati l’origene della nostra Settimana Santa.


E parlando della Settimana Santa, oggi vi lascio una ricetta andalusa tipica di questa settimana così bella e religiosa, “Dolcetti di Venerdì Santo” ma prima vi lascio due link dove potete vedere la Settimana Santa di Siviglia.



E adesso la ricetta di “Dolcetti di Venerdì Santo”

Ingredienti:

2 fogli di pasta sfoglia
2 lattine di tonno sott'olio
2 cucchiaiate di passata di pomodoro
semi di sesamo
1 tuorlo di uovo

Preriscaldare il forno a 220º mentre prepariamo i dolcetti. Mescolare il tonno con la passata di pomodoro e riservare. Spruzzare col sesamo uno dei fogli di pasta sfoglia e passare il matterello per distendere le semi leggermente. Distendere l’altro foglio di pasta sfoglia e mettiamo sopra delle piccole porzioni della mescolanza di tonno. Coprire col foglio di sfoglia che porta il sesamo e tagliare con dei formine per biscotti.  Metterli su una teglia da forno e pennellare col tuorlo di uovo. Mettere nel forno durante 15 o 20 minuti o fino a doratura e dopo lasciar raffreddare su una gratella.


Foto e ricetta del blog:




Vocabolario andaluso:
Lo sapate che voi italiani e noi andalusi abbiamo una parola in comune? Questa parola è “Compare”. Voi dite “Compare d’annello/ battesimo/ complice, amico, ecc” e gli spagnoli dicono “Compadre de boda/de bautismo, complice, amigo, etc”, noi andalusi  anche lo diciamo allo stesso modo di tutti gli spagnoli invece nel linguaggio colloquiale andaluso diciamo “compare”.

In italiano:
Carlo è il mio compare

In spagnolo:
Carlos es mi compadre

In andaluso:
Carlos es mi compare 
 
Spero che vi sia piaciuto e come al solito, grazie mille per la vostra comprensione.
 
 

miércoles, 11 de mayo de 2016

Andalusia, qual è l’origene dell’espressione “appendere un sambenito”?


Andalusia: L'espressione “appendere un Sambenito” ha la sua origine nell’Inquisizione spagnola e l’usiamo per fare riferimento a qualcuno che è accusato colpevole di qualcosa che non è certa.
Quattrocento cincuanta anni fa, il Tribunale dell’ Inquisizione metteva come penitenza ai suoi condannati portare durante un tempo  un sacco benedetto, cioè,  “un sambenito”. Il sambenito era un completo di lana di colore giallo il cui era accompagnato da un cappello alto a forma di cartoccio, nei sambenitos erano dipinti fiamme, demoni o immagini allusive al delitto del peccatore.

Questo abbigliamento particolare era benedetto dal sacerdote, dopo aver scontato la pena, il condannato doveva appendere il sambenito nella chiesa alla quale apparteneva in modo che nessuno lo dimenticasse.  Insieme al sambenito mettevano il nome della sua famiglia, il crimene commesso e la punizione subita.

In Spagna, Siviglia fu la città scelta dall’Inquisizione per inseguire a tutti quelli che commettevano i delitti contro la fede. In questa città c’è un vicolo,  insieme al fiume Guadalquivir, nel quartiere di Triana, chiamato "Callejón de la Santa Inquisición" ( Vicolo della Santa Inquisizione). Accanto a questo vicolo c’era anticamente il Castello di San Jorge, questo castello era la Sede del Sant'Uffizio, la prigione per gli  eretici e il Tribunale dell'Inquisizione. I detenuti erano guidati da questo vicolo per essere incatenati oppure per portarli al rogo. 


Vi scrivo un paio di frasi con l'espressione di "Appendere un sambenito".

 In questa frase l'esempio parla di qualcuno che ha detto, senza essere certo, che Carlo è molto pesante quindi nessuno vuole uscire con lui, questo è "appendergli un sambenito", in questo caso il sambenito è "pesante":


L’hanno appeso il sambenito di pesante e adesso nessuno vuole uscire con Carlo.



In questa frase l'esempio parla di qualcuno che ha detto, senza essere certo, che Antonio è un'iettatore quindi nessuno vuole sapere niente di lui, questo è "appendergli un sambenito", in questo caso il sambenito è "iettatore". 

L’hanno appeso il sambenito di iettatore e adesso nessuno vuole sapere niente di Antonio.



A Siviglia c’è un piccolo paese chiamato Castilblanco de los Arroyos, il Patrono di questo piccolo paese si chiama San Benito. Facendo onore a questo Santo e anche al tema di cui oggi abbiamo parlato, vi lascio una ricetta tipica di questo paese, “Perrunillas”.



Ecco il complemento di lana di colore giallo chiamato Sambenito, la foto è del blog: https://elcuradellugar.wordpress.com/2015/08/:
 
 In questo video potete vedere il "vicolo della Santa Inquisizione" :





Ecco Castilblanco de los Arroyos:

https://www.youtube.com/watch?v=uZeViKC1Ap0
 
 Ecco San Benito, il Patrono di Castilblanco de los Arroyos:






E adesso la ricetta delle "Perrunillas":

Ingredienti:



400 g. di farina

200 g. di strutto

150 g. di zucchero

3 uova

La raschiatura di un limone grande

Un po’ di sale

Elaborazione:



Mescolare lo strutto, lo zucchero, la raschiatura del limone, un po’ di sale e i tuorli delle uova, gli albumi li riserviamo. Battere tutto fino a conseguire una massa cremosa. A poco a poco aggiungere la farina fino a conseguire una massa semidura. Coprire  con carta trasparente e lascire nel frigorifero circa mezz’ora.
Dopo questa mezz’ora formare delle palline e scchiacciarle. Battere un po’ gli albumi fino a conseguire schiuma e dipintare con questa schiuma ogni pallina scchiacciata. Spolverare con zucchero e mettere nel forno a 180º durante 15 o 20 minuti.

La ricetta e la foto sono del blog:

Vocabolario andaluso:
Oggi vi parlo della parola andalusa "Chuchurrío". In italiano esiste la parola "appassito/a" che in spagnolo sarebbe "marchito/a". Noi andalusi usiamo un'altra parola con lo stesso significato, "chuchurrío/a". A dire il vero anche usiamo la parola "marchito/a" ma nel linguaggio colloquiale usiamo l'altra parola.

 In italiano:
Il fiore è appassito

In spagnolo:
La flor está marchita

In andaluso:
La flor está chuchurría 

Spero che vi sia piaciuto e come al solito, grazie mille per la vostra comprensione.

 







lunes, 9 de mayo de 2016

Andalusia, perché questa regione è stata diventata il centro del mondo?

Andalusia: Con la scoperta dell'America, l'Andalusia è diventata il centro del mondo. Nei tempi antichi, la nostra Penisola Iberica era la parte più occidentale del mondo conosciuto, infatti dicevano che al di là dello Stretto di Gibilterra il mondo concludeva. 
Con la scoperta di un nuovo Continente all'ovest dell'Europa, l'Andalusia già non era situata alla fine del mondo anzi giusto in centro.
Oltre a questa situazione geografica concessero alla nostra regione il controllo esclusivo di tutto il commercio con l'America.  Tutte le persone che andavano in America, venivano dall'America oppure pretendevano fare affari con l'America, dovevano farlo forzatamente attraverso la Camera di Commercio che fu creata a Siviglia nel 1503. Queste circostanze fecero che l'Andalusia fosse uno dei posti più ricchi e influenti di quell'epoca. 
E parlando di Siviglia, oggi vi lascio una ricetta molto tipica di questa città, "Uovo alla flamenca" ma prima vi lascio un link di questa città. Anche vi lascio un altro link dove potete vedere la Camera di Commercio che fu creata a Siviglia nel 1503, proprio lì si trovano tutte le registrazioni di quelle persone che sono andate in America o venute dall'America o hanno fatto affari con l'America in quell'epoca.

Ecco la Camera di Commercio:





Ingredienti per 2 persone:
Olio di oliva
Mezza cipolla
Uno spicchio di aglio
Un po' di paprica dolce
50 g. di salsiccia rossa tagliata a piccoli pezzi 
75 g. di prosciutto secco
75 g. di piselli cuochi
2 uova
200 g. di patate
Sale
1 bicchiere di salsa di pomodoro 

Elaborazione:
Tagliare le patate a quadri, friggere e riservare.
Mettere in una padella un getto di olio di oliva e stufare la cipolla e l'aglio tagliati a piccoli pezzi con un po' di sale durante 5 minuti.
Aggiungere la salsiccia rossa e il prosciutto secco tagliati a piccoli pezzi,  un po' di paprica dolce, i piselli cuochi e le patate fritte. 
Versare su questi ingredienti la salsa di pomodoro e lasciare a mezzo fuoco dei minuti.
Passare il tutto a una casseruola di terracotta e facciamo 4 buchi per mettere le uova. Rompere le uova e metterle in ogni buco e mettere nel forno a 180º/200º gradi dei minuti fino a quando gli albumi sono già cagliati. L'albume deve cagliare ma il tuorlo non deve cuocere e così potrete inzupparne il pane.





Vocabolario andaluso:

Oggi vi parlo della parola andalusa "Chapú". In Andalusia, di solito quando  una persona effettua una riparazione di qualsiasi tipo ma senza essere un esperto in materia, diciamo che ha fatto un "chapú".

In italiano:
Antonio ha fatto una riparazione in bagno.

In spagnolo:
Antonio ha hecho una reparación en el baño

In andaluso:
Antonio ha hecho un "chapú" en el baño.

Spero che vi sia piaciuto e come al solito, grazie mille per la vostra comprensione. 


















lunes, 2 de mayo de 2016

Andalusia, c'è sangue arabo nelle vene degli andalusi?


Andalusia: Durante il Medioevo, l’Inquisizione si ostinò a far scomparire della Spagna l’influenza degli ebrei e anche dei musulmani ma non è stata riuscita a cancellare le loro impronte dei nostri geni.
Dopo analizzare il DNA di 1140 persone, le università di Leicester del Regno Unito e l’università di Pompeu Fabra di Barcellona hanno dimostrato che la convivenza durante secoli, le migrazioni, le conversioni religiose e le invasioni accadute nella Penisola Iberica durante il medioevo propiziarono la miscela di sangue che è stata passata di generazione in generazione fino ad oggi.
Almeno la decima parte degli spagnoli hanno un antenato ebreo e per di più una quinta parte degli spagnoli è discendente di nordafricano, cioè, pratticamente  uno su tre spagnoli discendono di nordafricani o ebrei secondo questo studio genetico pubblicato sulla rivista American Journal of Human Genetics.
E parlando degli ebrei e dei musulmani, vi lascio una ricetta ebrea chiamata “Falafel”.

Ingredienti:
4 spicchi di aglio
500 gr. di ceci
2 fette di pane
¼ di tazza di frumento burgul
6 cucchiaiata di prezzemolo tritato
1 cucchiaino di paprica
2 cucchiaiata di pane grattato
olio
1 cucchiaino di pepe nero
1 cucchiaino di sale

Elaborazione:
La sera prima mettere in ammollo i ceci. Mettere in acqua il frumento burgul e lasciar idratare durante 15 minuti, dopo risciacquare e scolare bene.  Togliere la pelle ai ceci e metterli in un robot da cucina fino a ottenere una massa omogenea.
Mettere questa massa in un recipiente, aggiungere tutti gli ingredienti e mescolare fino a ottenere una massa per poter fare delle palline.
Lasciamo riposare l'impasto in frigorifero per mezz'ora e poi formare palline e friggere in olio bollente fino a doratura. Mettere su una carta assorbente e servire in un pane pita con tahine e insalata di verdure fresche.



La ricetta è del blog:

Dopo parlare della convivenza con gli ebrei ed i musulmani vi faccio sapere una curiosità, l’inno della Spagna  è una composizione islamica del mistico andalusì Avempace.

Ecco la composizione:
https://www.youtube.com/watch?v=9T_COWmsHl4&list=PL38ACF892F084451F


Vocabolario:



Oggi vi parlo della parola andalusa "Achuchón". Questa parola significa "un grande abbraccio".



In italiano:

Ho dato un grande abbraccio a Maria



In spagnolo:

He dado un gran abrazo a María



In andaluso:

Ho dato un achuchón a María



Comunque gli andalusi anche usiamo l'espressione "un gran abrazo" ma nel lenguaggio colloquiale usiamo la parola "achuchón".



Spero che vi sia piaciuto e come al solito, grazie mille per la vostra comprensione.



 

Andalusia, da quando esiste il nome di questa regione?


Andalusia: Il 16 giuglio di 1212 è stata una battaglia chiamata "La Battaglia di Las Navas di Tolosa", in arabo "Battaglia di Al-Uqab". Las Navas di Tolosa è una località che appartene al municipio di La Carolina, Jaén. Soldati cristiani e soldati del califfo almohade Muhammad an-Nasir hanno combattuto tra loro in questa battaglia.
I cristiani, dopo vincere cominciano la conquista del territorio dell'Andalusia. La sconfitta dell'esercito musulmano e l'annichilamento della nobiltà andalusì facilitano che dopo pochi anni i cristiani strappino ai musulmani tutta la valle del Guadalquivir. Il Re Fernando III ed i suoi successori conquistano Jaén, Córdoba, Siviglia, Huelva e Cadice, solo il regno di Granada rimane ancora nelle mani dei musulmani per 200 anni.
Fu in quest'epoca, quasi 800 anni fa quando i cristiani cominciano a nominare al territorio che è al sud della Sierra Morena "Andalusia", il nome attuale della nostra terra. 
 
E parlando di Jaén, vi lascio una tipica ricetta con un nome simpatico, “Ájilimojili”.



Ingredienti:

4 patate grandi

1 o due peperoni rossi e grandi

2 spicchi di aglio

olio di oliva

sale
aceto
uova sode
baccalà a salatura

Elaborazione:
Arrostire i peperoni, quando sono freddo togliere la pelle ed i semi.
Togliere la pelle alle patate e cuocere in abbastanza acqua con un po’ di sale
Cuocere anche le uova
Nel frullatore mettiamo i peperoni, le patate senza l’acqua, un cucchiaino di sale, delle goccie di aceto e gli agli crudi. Battere fino a conseguire una crema omogenea.
Col frullatore accesso aggiungiamo a poco a poco mezzo bicchiere di olio di oliva.
Servire in ciotola accompagnato con le uova sode e un pezzo di baccalà.




E se volete conoscere il municipio di La Carolina, eccolo qua:


Vocabolario andaluso:

Oggi vi faccio sapere una nuova parola in andaluso, "Achaque".

 "Achaque" in italiano è "acciacco". Tutti sappiamo cosa significa questa parola, certo? invece noi andalusi ne usiamo con un  significato diverso

Un esempio di frase con questa parola sarebbe:

In italiano:
Ha sofferto un piccolo acciacco al polpaccio
In spagnolo:
Ha sufrido un pequeño achaque en la pantorrila
 
Invece noi andalusi la parola "achaque" l'utilizziamo col significato di "pretesto".

In italiano:
Cercare un pretesto: "Cercherò un pretesto per non andare al cinema".

In spagnolo:
Buscar un pretexto: "Buscaré un pretexto para no ir al cine"

In andaluso:
Buscar un pretexto: "Echaré un achaque para no ir al cine".

Comunque gli andalusi anche usiamo la parola "pretexto" ma nel linguaggio colloquiale usiamo la parola "achaque".

Spero che vi sia piaciuto e come al solito, grazie mille per la vostra comprensione.